lunedì 18 maggio 2009

L'orco bruno

lunedì 18 maggio 2009

Allora mi sveglio, è tardi, già le sette, apro gli occhi lentamente, apro e chiudo, come si fa la mattina, però stamattina cosa vedo sbucare da dietro l’armadio? Già proprio così, quel maledetto orco bruno. Penso, no! Oggi no! Devo alzarmi, ho da fare. E con la voce roca e la bocca impastata accenno flebilmente un timido Sciò! Vai via! Oggi no.


Lo so, lo so, capita a tutti ogni tanto, di incontrare l’orco bruno, ma no, non sono il classico lamentoso, è che a me capita più spesso. E sì, ce l’ha con me il maledetto. Ma certo, ho preso la sveglia, ho rimandato di 5 minuti l’odioso trillo e mi sono riaddormentato. Ma certo. Ma certo. Stavo facendo pure un bel sogno, se non fosse stato per quel mio impegno, stamattina la visita dell’orco mi sarebbe pure andata bene. Però, sai com’è, ormai è un fastidio, un’antipatia personale, non voglio offendere, ma d’altra parte l’orco passa troppo spesso da me. Odioso orco bruno.


Stavo sognando di essere il macchinista del treno, un treno fatto di una sola carrozza, o meglio del solo locomotore, che per me è una carrozza lo stesso, e facevo a gara con un uomo barbuto, più che altro era una barba d’uomo, che correva accanto alle rotaie su una pista di parquet a bordo di una bicicletta da corsa, rossa, anzi scarlatta! L’uomo e la sua barba correvano come il vento. Io ce la mettevo tutta, regolavo le valvole, pigiavo bottoni e controllavo lancette e lucine, ma restavo sempre due metri dietro l’ultimo pelo della barba svolazzante e, visto che era una barba davvero straordinaria, almeno a 5 metri dall’uomo. Devo superare la barba, pensavo, poi acciuffare l’uomo sarà uno scherzo! Finalmente capii ciò che dovevo fare, bastava … triiiin! Il maledetto trillo della sveglia.


Ah sì, apro gli occhi, scruto la stanza, se ne sarà andato? Ma no! Ma no! L’orco bruno ce l’ha proprio con me. Rassegnato prendo il telefono e scrivo al tizio del mio impegno “Ciao scusa, ritardo … purtroppo è passato l’orco bruno. A dopo”. Invio. Basta uno sguardo e l’orco capisce, balza giù dall’armadio e mi salta addosso.


La barba è una bandiera battente, scossa dal vento trema rapidissima, è così tesa che sembra solida, i polpacci dell’uomo sembrano scoppiare, ma anche se non riesco a vedere il suo viso, sono sicuro che sia rilassato e beffardo. Stupida macchina, corri maledetta, forse risparmiando un po’ di corrente, spengo le luci interne, i fari e altri apparecchi. Sì, sto accelerando, sì, mi avvicino. Ma in un attimo sbuca da un albero l’orcaccio e con due balzi scavalca le rotaie e zompa addosso alla barba. Mentre è in volo lo vedo, il disonesto, cambia colore e diventa rosso, anzi scarlatto. Si è sostituito alla bicicletta. Che fa il dispettoso? Aiuta il mio avversario e in un attimo mi stacca, lo perdo quasi di vista. È normale, sì lo so, ma quell’orco ce l’ha con me e non si limita a farmi i soliti dispetti da orco bruno, mi scuso per il gioco di parole, ma ne combina di tutti i colori, d’altra parte è un orco bruno, lo so. E così ce la metto tutta e inizio a smontare il locomotore, stacco tutto e butto via, mi alleggerisco, mi tolgo i vestiti e resto nudo, butto via le leve e quadri comando, via i finestrini e il sedile. Accelero e li prendo, l’uomo, la barba e l’orco – bicicletta. Vedo il traguardo, è a un miglio. Siamo testa a testa, ma loro hanno un metro o forse più di vantaggio. Mezzo miglio e la situazione è invariata, trema tutto, sto per bruciare il motore. Un quarto di miglio e le gocce di sudore del rivale si scagliano contro il mio parabrezza, cede anche lui. Solo trecento piedi, loro sono ancora davanti, non riuscirò a vincere, diavolacci. Ma ecco, ecco che l’orco la combina, che dispetto. Con un uncino acciuffa la barba dell’uomo barbuto e la infila tra gli ingranaggi della bici. Oh poveretto, che caduta. Taglio il traguardo da solo, furioso. Scendo dal treno e corro verso l’uomo, ormai senza barba. Mi guarda, è nero, lo so il sogno e mio, ma mi scusi è colpa dell’orco. Ma l’uomo si alza e se ne va. Guardo la bici barbuta e chiedo, hai finito? La barba si alza, adesso scarlatta come la bici e ridacchia, maledetta.


Mi sveglio che sono le dieci, un’altra giornata persa. Sì lo so capita a tutti ogni tanto un orco bruno, ma a me capita troppo spesso. Buonanotte.

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ilcyrano