venerdì 22 maggio 2009

Le piantecorrente

venerdì 22 maggio 2009

L’idea mi era venuta passeggiando lungo il viale. La bella stagione colorava l’aria con gli odori delle piante in fiore e gli uccellini rallegravano la vita cittadina sovrastando con il loro cinguettare persino i rumori delle macchine e i pensieri chiassosi della gente. I nuovi alberelli, voluti dall’amministrazione comunale, sbucavano regolarmente dai tubi colorati del piantadotto cittadino. Visto che in casa non avevo piante, decisi anch'io di contattare una di quelle nuove società di piantacorrente. Così, dopo una rapida telefonata con una simpatica centralista, che tra le altre mi promise uno speciale sconto come nuovo cliente, aspettavo impaziente l’arrivo dell’installatore. Alle due del pomeriggio citofonò un ragazzotto cicciottello e brufoloso con un bel cappellino verde madido di sudore. Lo faccio entrare e inizia subito a passare le tubature nelle intercapedini del palazzo. Finito l’allacciamento mi chiede dove desidero avere la mia piantacorrente e mi informa che, come nuovo cliente, ho in regalo anche una seconda pianta da frutto a mia scelta. Faccio mettere un bel vaso in salotto e scelgo una pianta da bacche per il balconcino. Andandosene, gli chiedo curioso come funziona il sistema. Illuminatosi, il ragazzo, inizia a espormi appassionato il meccanismo delle piantecorrente, è semplice e altamente avanzato nello stesso tempo, mi dice, ogni abbonato ha un contatore elettronico, come quello che le ho installato dietro la porta, questo contatore è collegato con un super computer che tramite la nostra banca dati eroga le piante desiderate ad ogni cliente. Gli chiedo quanto ci vorrà perché crescano le piante, lui mi spiega che il processo è personalizzabile, che posso scegliere il ritmo di crescita desiderato, allora, visto che avevo fretta di riempire la mia casa di primavera (e che vado matto per le bacche), scelgo alta velocità per la pianta del salotto e velocità super per quella da frutto. Il ragazzo digita sul suo tastierino le mie preferenze e se ne va di fretta.

Il giorno dopo ero fuori a fare compere che mi telefona la portinaia, signore, mi dice affannata, deve tornare subito, la signora di sotto al suo balcone dice che le farà buttare giù la porta se quella cosa non smette di sbavare sui suoi panni stesi. Io non capisco, ma lei mi ripete di tornare immediatamente, così senza chiedere oltre corro verso casa. Svoltato l’angolo della mia via trovo un capannello di curiosi davanti al palazzo. Cos’è? Qualcuno chiede. Che schifo! Mormora qualcun altro. Seguendo gli sguardi mi ritrovo io stesso a fissare disgustato proprio il mio balcone, dal quale penzolava allegramente una enorme e bavosa lingua rosa. Dopo qualche istante mi riprendo e corro dentro, dove mi aspetta preoccupata la cara portinaia. Ma cos’è? Le chiedo. Lei mi guarda come per cercare le parole e poi risponde, esce dal vaso del piantacondotto, sembra un lingua umana, ma ha visto quant’è grande? Sarà larga un metro e lunga almeno due!

Corro di sopra e mi accerto di persona. Proprio così, la lingua esce dal vaso sul balconcino. Che guaio, che guaio! Corro al telefono e chiamo la società di piantacorrente, cadono dalle nuvole e mi promettono un intervento rapido. Difatti dopo un’ora il ragazzotto con il cappellino è di nuovo alla mia porta e più sudato del giorno prima. Non saprei, dice, è stranissimo, ma come è potuto accadere. Mi chiede se per caso ho modificato il vaso o toccato il contatore, gli dico che ho passato la mattina fuori casa e che la sera precedente non ho neppure aperto la finestra. Sarà un’anomalia del super computer, dice pensieroso, avrà un bug, potrebbe causare una quantità di guai catastrofica! Io, che ho un’innaturale fiducia verso i super computer, cerco di calmarlo e di farlo riflettere, magari il problema può risiedere altrove, dico. Lui rinsavisce e si mette all’opera, il suo cervello lavora e rumoreggia per le rapide connessioni dei suoi pensieri. Mi fa domande a raffica, ha per caso mai notato dei topi nei paraggi che avrebbero potuto rosicchiare il condotto? No. Potrebbero esserci degli insetti così grossi da intasare il tubo sul suo balcone? No. Ha per caso installato di recente altri servizi corrente, tipo, non so, dentifricio corrente? No. Colluttorio corrente!? No. No. No.

È un dilemma. Lui mi ripete che ha allacciato centinaia di appartamenti e una cosa così non è mai successa. Allora gli chiedo di ripercorrere tutte le azioni svolte per la mia installazione. Lo convinco. Controlliamo tutti i tubi passati nel palazzo, i contatti del contatore, i raccordi sui tubi interni e le prese dei vasi. Niente. Così mi dice, qui è tutto apposto, abbiamo ricontrollato tutta la procedura, ma a quel punto, m’illuminai.

Non è così, dico, l’ultimo passo della procedura è l’invio delle mie preferenze al super computer! Si possono rivedere? Il ragazzotto allora corre al contatore e inizia a ticchettare sui tasti, scorrendo le varie voci impostate, le legge a voce alta. Pianta vaso 1, pianta da interno. Tipo di pianta da interno, pianta floreale. Pianta vaso 2, pianta da frutto. Tipo pianta da frutto, … e qui si ferma con gli occhi sbarrati e la fronte più sudata che mai. Tipo pianta da frutto, bocca. Bocca? Ma doveva essere bacca!

Il poveretto avrà sbagliato a ticchettare per la fretta, complici anche i tasti piccoli e le dita grassocce. Così il super computer, impeccabile, alla richiesta di una pianta da frutto di tipo bocca mi inviò, giustamente, una lingua, che di una bocca è l’unica pianta.

2 commenti:

  1. ho un quesito... ma sulla pianta corrente, Macalù, prende la scossa?

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  2. No, se resta nel suo guscio non potrà accaderle niente!

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ilcyrano