sabato 13 giugno 2009

Che sole.

sabato 13 giugno 2009

Che sole, al parco. L’aria era buona, sapeva già d’estate. Ogni città ha il suo sapore, in ogni stagione è diverso. Ma se mi bendassero e mi portassero in gran segreto in una qualunque delle case in cui ho vissuto, saprei dire, senza errore, quale sia e in che stagione. È appartenenza. È ricordo di se stessi. Ci sono altri odori assolutamente unici e indistinguibili. Casa mia odora di legno e di polvere. Odora di vecchio e di tetto. Casa mia. Odora di tazze di tè e di umido. Odora di muschio e di fieno. Casa mia.


Al parco c’erano persone d’ogni sorta, ma non mi andava di osservare la gente. Pensavo ad altro. Ero distratto, ero lì per riflettere. Avevo da capire, da ragionare, da scoprire le mie più segrete verità. Ero lì per risolvere, nella mia mente, uno dei complicati problemi della mia vita. Chi non ne ha, non saranno certo i miei più complicati di altri, ma dato che sono i miei e non posso far finta di niente, si ingarbugliano e mi avvolgono, dunque a mio giudizio sono i problemi più complicati che esistano. Così avevo deciso che dovevo sedermi e riflettere. Data la bella giornata mi ero dato appuntamento al parco per sciogliere la questione. Giustappunto ero intento ad osservare le fronde degli alberi e di immergermi nei miei pensieri non mi riusciva. D’altra parte i miei pensieri sono proprio quelli. Penso a tutto e non penso mai a niente. Che sole quel giorno, odorava già d’estate.


Cavoli, devo concentrarmi, non perdere tempo, mi dicevo. Così chiusi gli occhi qualche secondo, in modo da staccarmi dall’ipnosi delle affascinanti fronde degli alberi. Già, pensavo, saprei riconoscere chissà quanti luoghi ad occhi chiusi. So esattamente, anche se a parole non saprei descriverlo, distinguere l’odore del cimitero al paese da quell’altro. Per di più potrei riconoscere la sua cappelletta, pensavo, fiutando il sapore aspro del mastice che ho usato per incollare la conchiglia…


Il fatto era complicato, ma di concentrarmi neanche per idea. Le verruche nei piedi mi dolevano e mi prudeva un po’ il naso. Così mi grattai più disinvoltamente possibile le narici. Non che mi fregasse di essere visto, in fondo la gente intorno a me di bon ton non ne aveva neppure per sbaglio. Qualche minuto prima un tizio aveva sputato a terra, due ragazzi schiamazzavano senza contegno, mi era passata di fronte una coppia e il lui aveva tutte le unghia ben tagliate ad eccezione di quella del mignolo. Un tizio ben vestito parlava al telefono sistemandosi tranquillamente il necessaire, una donna cicciottella esponeva un decolté fuori luogo e un vecchio in canottiera ne apprezzava mine de rien le proporzioni. Non è che tutto questo mi infastidisca o lo ripudi. Anzi, solitamente mi diverte e mi rallegra. È solo che quando mi sento abbattuto ed ho qualche problema da risolvere il mio senso di innata compostezza, di educazione e di convenienza prendono il sopravvento. Dunque quel giorno sarei stato anche in vena di schizzinoserie e francesismi, ma data la compagnia ed il prurito mi grattai tranquillamente. Nel grattarmi sentii l’odore della mia mano. Questo mi colpì, così mi rigrattai. Che buon odore, ma cos’è? Pensavo. Chissà cosa ho toccato da lasciarmi questo buon odore. Ah sì, adesso ricordo, è quel nuovo sapone per le mani. Devo ricordarmi di comprarlo di nuovo. È così buono da profumare tutto il bagno. Così che in questo periodo il bagno di casa mia odora di quel sapone.


Non sono mai stato bravo ad associare le cose agli odori. Non ricordo i nomi dei fiori né i nomi dei profumi. Ma so associare gli odori alle persone ed ai luoghi. So associare gli odori ai tempi. Io so per certo, che il suo odore è così unico e complesso da essere per me inconfondibile e misterioso, che per poterlo sentire tutto non basta una vita, perché ogni giorno è diverso. So che ogni volta che mi avvicino sento caratteristiche nuove, il suo odore si evolve pur rimanendo il suo odore. Il suo odore mi sorprende, il suo odore mi colpisce. Il suo odore è l'odore della sua pelle, dei suoi capelli e delle sue mani.


Ma a questo penserò un'altra volta, mi dissi, adesso ho da risolvere i miei problemi. Così mi sistemai sulla panchina e iniziai a riflettere.


Che sole, al parco. Dato che stavo pensando a quant’è buono quel sapone, decisi tutt’a un tratto di tornarmene a casa, d’altra parte non è che i miei problemi erano così complicati, quindi convenni che me ne sarei tornato a casa e mi sarei lavato le mani.

8 commenti:

  1. ..è bello e vera questa cosa degli odori Edo...qualche tempo fa scrissi anch'io dell'odore della pioggia...ma non solo quell'odore ha il potere di far riaffiorare i ricordi e a volte, purtroppo, riaprire ferite.......l'odore del corpo di una persona che hai amato ti rimane per sempre in "memoria" nel cervello....non so se sia un bene, a volte preferirei essere lobotomizzata..

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  2. A volte mi capita, mentre cammino per strada, di percepire un odore che mi riporta ai tempi dell'asilo, alla pastasciutta che ci davano e l'immagine del refettorio, parola ormai in disuso. L'odore si trasforma in immagine, la retina e il cervello diventano una cosa sola, e vedo le seggioline e i banchini, una grande sala un po' buia, severa. Un ricordo che ho solamente in virtù di quel profumo.
    ps - quante volte ho pensato di come sarebbe bello poter "postare", insieme ai filmini e alle foto che faccio in giardino, il profumo che si espande e farne godere a tutti. Ciao Cyrano, buoni giorni a te.

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  3. Da tante ore ero chiusa dentro casa. Dalla finestra vedevo la luce del sole e la gente indaffarata a vivere, mi sembrava così surreale che tutti avessero da fare. E io? cosa stavvo facendo? i pensieri mi impedivano di muovermi. Incominciai a darmi degli ordini. Vestinti! L'ansia si impadroniva di me. Non sò dove andare che fare. Legati i capelli! Ma mi sà che non ne ho voglia, resto a casa. L'angoscia si fa sempre più forte. Prendi le chiavi, la spazzatura ed esci! uff.. ok. E ora? Cammina! verso dove? per quella via che non hai mai preso! ook...Mi ritrovai al parco soddisfatta di aver vinto contro me stessa. La gente stava bene chi solo, chi in compagnia, i bimbi correvano e i cani faceno giocare i loro padroni. Anch'io stavo bene e non avevo nessun motivo per angosciarmi. Sono appena tornata la doccia fredda mi hd è di nuovo angoscia!

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  4. Rovinerò tutta questa poesia, dicendo che qui da me in estate c'è l'odore dello stallatico che mio padre tiene nel ripostiglio...Sono odori di casa anche quelli presumo.
    XD
    LA VITA E' BELLA! BUONGIORNO PRINCIPESSA!!!

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  5. @Chica: ricordo il tuo post, è forse il primo che ho letto! Da allora, appunto torno a leggerti con piacere! Per quanto riguarda la memoria, se un odore non vuol andar via, forse ci sarà un motivo, magari è una sorta di allarme, appena lo percepisci, scappi!

    @il giardino di enzo: come mi piacerebbe un dispositivo usb per gli odori... ma sono sicuro che in un futuro non troppo lontano lo avremo, allora il tuo giardino profumerò anche in casà mia! Però mi raccomando! Non fare come il padre di Lausa S.! Niente stallatico! :)

    @Anonimo: Non angosciarti! Esci, vivi, scrivi! E, se vuoi, firmati! : )

    @Laura S. Grazie per lo stallatico, in casa mia c'è anche odore di coniglio e, purtroppo, dei suoi escrementi, sono anche questi gli odori di casa... ; )

    @Tutti gli altri: grazie di essere qui! :)

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  6. Almeno non ci restano che quelli, gli odori...per sentirti a casa mi metto nella tua stanza e mi sembri vicino, anche se in realtà sei lontanissimo.

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  7. :) Io invece ti cerco in rete e chiedo di te. Appena arrivo, tu a volte non ci sei, mi metto nella tua stanza e recupero... scruto le tue novità, sento il tuo odore che si evolve, cresce, i nuovi oggetti e le nuove persone che circondano la tua vita. Poi corro a rimarcare l'odore nella mia stanza!
    Ciao intrusto! A presto!

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ilcyrano